Il deposito del grande scenografo doveva essere liberato entro fine anno, l’attore Edoardo Fainello ha offerto il centro teatrale di Vittorio Veneto: «Dai costumi alle scene, 50 anni di carriera rischiavano di finire alle ruspe»

Su una parete c’è la fiancata del Titanic, su un’altra di sinistra l’enorme testa del Nabucodonosor e al piano superiore centinaia di abiti di scena e accessori. Il deposito a Motta di Livenza, Treviso, di Sergio Tavagna, uno dei più grandi scenografi italiani, è un viaggio dietro le quinte di centinaia di opere liriche, commedie e spot. Un patrimonio che fino a pochi giorni fa rischiava di essere tutto rottamato, a causa dellosfratto entro fine anno. «Dopo 50 anni di carriera, avevo tempo fine al 31 dicembre per liberare tutto, dalle scenografie ai costumi. Altrimenti ogni cosa sarebbe finita sotto la ruspa», racconta lo scenografo quasi ottantenne. Il regalo sotto l’albero di Tavagna lo ha portato Edoardo Fainello, attore e regista veneziano, che si è offerto di mettere a disposizione gli spazi al Centro Teatrale Da Ponte di Vittorio Veneto, almeno per una parte del materiale. «Quelle scenografie rappresentano un patrimonio inestimabile — dice — e vogliamo fare la nostra parte. Ci piacerebbe trovare finanziamenti per rendere questo materiale fruibile a tutti».

Da Nabucodonosor a Bottega Veneta

Una gioia per Tavagna, che ora vorrebbe continuare la sua attività,aprendola a chi ha la stessa passione. Nei 2.500 metri quadri del magazzino di Motta c’è un mondo di tesori: le scenografie realizzate da Tavagna per cinema, teatro e pubblicità, ma anche quelle ricevute in dono dopo il fallimento della Bottega Veneta, punto di riferimento per i più importanti palchi della regione, tra cui la Fenice di Venezia e l’Arena di Verona. C’è l’enorme testa del Nabucodonosor, utilizzata per la messa in scena dell’opera lirica di Verdi, c’è la statua dell’angelo di Castel Sant’Angelo, usata per un allestimento della Tosca di Puccini, ma anche alte colonne scanalate che hanno fatto da sfondo a una Traviata.

Il Titanic e Giochi senza frontiere

«Nel corso della mia carriera – racconta Tavagna — non ho mai detto di no a nessuno. E soprattutto nessuno è mai rimasto scontento». Guardandosi intorno gli piace ricordare l’allestimento dello studio televisivo di «Beato tra le donne» con scene di Castelli e di «Giochi senza frontiere», entrambe trasmissioni Rai. E ancora di più lo spot del caffè Segafredo con Renzo Arbore nei panni di un diavolo, che fu realizzato in risposta alla pubblicità di Lavazza con Nino Manfredi, ambientata in paradiso. Fu Tavagna a realizzare la scenografia dell’Inferno nel 1997 alla Rai di Roma. «Quell’anno – racconta – mi fu commissionata anche la fiancata del Titanic, lunga 30 metri e alta 12, per il film “L’immagine del Desiderio” che Bigas Luna girò anche a Trieste, la mia città natale. Per realizzare i più piccoli dettagli, usammo come stampo delle palle da tennis», ricorda. La fiancata della nave è ancora là, nel capannone, sei anni fa fu portata nella basilica di Motta di Livenza, per commemorare le morti nel mare.

L’artigiano per Versace e valentino

Accanto al Titanic, nel grande magazzino, sono riposti anche i quattro cannoni utilizzati per sparare 300 stelle di cartoncino d’argento in piazza di Spagna a Roma, durante la grande sfilata di moda di Versace e Valentino «Donna sotto le stelle». «Ho lavorato ovunque, anche in Russia — racconta ancora – nel teatro di San Pietroburgo ho fatto le scenografie, nel 2000, de “I racconti di Hoffmann”». Ha deciso in giovane età, Sergio Tavagna, qual’era la sua strada. Dopo le elementari, frequentò l’Istituto d’Arte a Trieste, per diventare decoratore delle navi e dei suoi interni. «Miela Reina, a cui poi dedicarono il teatro della città, mi insegnava le applicazioni tecniche. Le devo molto, perché mi insegnò a trovare dentro di me la fantasia e la creatività. Non mi considero un artista, ma un artigiano, che sa immedesimarsi nella persona che ha davanti, creo quello che gli altri hanno in mente». Ha fatto così con Franco Zeffirelli, con Luca Ronconi e Tonino Guerra. «Nel 1999 quando ho realizzato la scenografia per “Il Birraio di Preston” al teatro di Catania, ho conosciuto Andrea Camilleri, che era il regista». Le nuove tecnologie nei teatri, hanno reso i suoi capolavori inutilizzabili, ma Tavagna è felice di aver trovato un posto sicuro per custodirli. Il suo sogno sarebbe la nascita di un museo della scenografia, dove fare laboratori per bambini perché non perdona tutti la manualità».

di Miriam Pascon
Fonte: Corriere del Veneto


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